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Il dramma di una famiglia perbene in balia della burocrazia italiana.

 

LETTERA APERTA


UN CASO ANOMALO di Alessandro Artico

Mi sono rivolto all' associazione “ARTICOLO 643” rappresentata dal Dott. Gabriele Avvocato Magno ,nella speranza di risolvere una volta per tutte , una questione che si trascina -provocando profondo nocumento a tutta la mia famiglia - dal mese di ottobre del 2004 . Nel periodo menzionato ho ricevuto una busta da parte del Comune di residenza - Muggia provincia di Trieste - nella quale il nucleo famigliare veniva posto sotto indagine . Non Vi dico il panico che si visse in quei momenti . Preoccupati e non poco ci attivammo per capire e comprendere che cosa ci stava succedendo. In tempi strani come quelli moderni non si sa mai e la prudenza non è mai troppa . A seguito di una serie di verifiche , l' ultima delle quali , un colloquio chiarificatore diretto con il primo cittadino di allora: Gasperini Lorenzo ricevetti una lettera autografa nella quale mi si diceva che il documento "ISTAT "inviato non era autentico ma solo un fac-simile. La cosa parve a tutti strana ma avendo ottenuto le scuse dell' Amministrazione lasciammo cadere la cosa. Questo , se me lo si concede fu un grossolano errore di cui ancora oggi non mi do pace . Recentemente -gennaio 2009- mio padre fu sottoposto ad un intervento chirurgico definito pesante "nefrectomia sinistra" e purtroppo tale notizia era diventata , nonostante il nostro massimo riserbo, di assoluto dominio pubblico. (Su legittima suspicione mi mossi ed iniziai a chiedere informazioni su come una notizia cosa delicata avesse potuto diffondersi e mi rivolsi al Garante della Privacy che ha trattato con tatto ed umanità la questione ) La legge dice che i documenti che sono dei Fac-simile devono riportare la scritta" Fac-simile non valido per la compilazione" eppure il Comune lo ha emesso e poi ne ha riconosciuto la non autenticità ...Non so spiegarmi il fatto . L' ISTAT da me più volte consultato ha dichiarato che qualora una persona o nucleo famigliare facesse parte del campione selezionato avrebbe dovuto ricevere per almeno 4 anni ulteriori moduli in modo da fornire al rilevatore un ventaglio di informazioni ampio e completo :a me non è successo . Per formazione e cultura ho sempre considerato le istituzioni come degli importanti punti di riferimento ma non comprendo perchè un Comune (nessuno della mia famiglia fa politica ed il nostro profilo nella cittadina basso ) punta in questa maniera un nucleo famigliare tranquillo e per bene (NESSUNO dei componenti ha carichi pendenti o quant'altro con la legge). A supporto di quanto detto ho fornito più che ampia facoltà di prova . A causa di quanto vissuto e sofferto mi sono attivato anche per informare un legale del "Movimento per la difesa del cittadino" ed il servizio di "Linea Amica della Pubblica Amministrazione”senza ottenere alcun riscontro . Comprendo la difficoltà e la delicatezza del caso ma sei anni sono davvero troppi da sopportare . Tenete conto che gli strascichi si fanno sentire in ogni settore della vita quotidiana . Ad esempio nei rapporti con le persone e di conseguenza poi con gli enti statali (sanità) e con gli istituti di credito presso cui siamo correntisti . Essere considerati indagati e ricevere delle osservazioni in merito non è piacevole . In seguito si sono anche verificati strani eventi : il cambio , ancora inspiegabile del codice I-ban da parte della Banca , problemi con la compagnia di assicurazione , problemi con l'amministrazione per l' ottenimento di normali documenti , tra cui la carta d' identità . Mi soffermo a questo punto sul fatto che per riuscire ad ottenere il documento di identità si rese necessario richiedere il casellario giudiziale . Nel frattempo arrivò la lettera del Presidente dell' ISTAT che confermava un sospetto legittimo :ovvero che il documento ricevuto nel 2004 non era originale poiché non risultava autografato dallo stesso e poiché ISTAT non aveva nulla a che vedere con la nuova indagine di cui eravamo stati fatti oggetto. La nuova indagine si riferiva all' applicazione delle nuove leggi sulla sicurezza del luglio del 2009 . Ci fu comunicato , a mezzo lettera , che un agente di Polizia Municipale sarebbe venuto presso la nostra abitazione munito di regolare mandato per verificare i nostri documenti di identità e casellari giudiziali che dovevano essere in piena regola e perfetto ordine per esibirli al controllo. I momenti difficili sono stati davvero tanti . A mio padre inoltre non fu concesso , ragionevolmente collegabile a tutto questo , il farmaco salva vita che gli era stato prescritto . Inoltre non gli fu mai spiegato nemmeno il perchè di tale rifiuto dato che aveva tutte le necessità per ottenerlo. L' intervento professionale , umano e psicologico di supporto dell’ Associazione Vittime Errori Giudiziari ARTICOLO 643 e dell' avvocato Magno ha consentito di fare luce e di chiarire la situazione attraverso un delicatissimo ed articolato lavoro .
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Avviso di Indagine (171 KB)
Lettera di scuse (56,1 KB)
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