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Mario Spezi non riceverà, per ora, risarcimenti
per aver passato 21 giorni in carcere


Il giornalista Mario Spezi non riceverà, almeno per ora, alcun risarcimento per aver passato 21 giorni in carcere nel 2006. Spezi era finito in carcere con l'accusa di calunnia e tentato depistaggio relativo alla morte del gastroenterologo perugino Francesco Narducci, che sarebbe in qualche modo, da collegarsi con gli omicidi del mostro di Firenze

Firenze, 8 maggio 2009 - Il giornalista Mario Spezi non riceverà, almeno per ora, alcun risarcimento per aver passato 21 giorni in carcere nel 2006. La quarta sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato il ricorso del cronista - scrittore contro l'ordinanza con cui, nel novembre 2007, la Corte d'appello di Perugia aveva dichiarato 'improponibile' la sua richiesta di essere risarcito per l'ingiusta detenzione subita. Spezi era finito in carcere con l'accusa di calunnia e tentato depistaggio relativo alla morte del gastroenterologo perugino Francesco Narducci, avvenuta nel 1985, che sarebbe in qualche modo, secondo chi indaga, da collegarsi con gli omicidi del mostro di Firenze. La Corte d'appello perugina aveva rigettato la sua istanza sottolineando che "era ancora in corso il procedimento di merito" e che quindi la domanda di riparazione del danno "non era proponibile" prima di una sentenza divenuta irrevocabile.

Spezi, dunque, si era rivolto alla Suprema Corte, che, con la sentenza n.19666 depositata oggi, ha rigettato il suo ricorso, ribadendo che la domanda di risarcimento "può essere proposta non quando si verifica il presupposto che costituisce titolo per la richiesta ma solo quando diviene irrevocabile la sentenza di merito alla quale soltanto possono riferirsi le parole 'proscioglimento' e 'condanna', ovviamente prive di senso se riferite al provvedimento cautelare". Dopo il periodo passato in carcere - dal 7 al 28 aprile del 2006 - Spezi era tornato in libertà su decisione del tribunale del Riesame di Perugia, provvedimento, questo, confermato poi dalla Cassazione.